Author: Pasquale Cinieri
Committee: Real Estate Transaction Committee
Date: 16/05/2025
Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta uno dei più ambiziosi programmi di investimento pubblico in Italia, sostenuto dall’Unione europea nell’ambito del Recovery Fund. La gestione e la corretta destinazione dei fondi stanziati assumono rilevanza strategica non solo sul piano economico, ma anche sul fronte della legalità. In tale contesto si inserisce il caso oggetto del presente articolo: un’operazione giudiziaria, coordinata dalla Procura europea (EPPO) e condotta dalla Guardia di Finanza di Venezia, che ha portato alla luce una frode transnazionale ai danni dei fondi PNRR, nella quale ha avuto un ruolo centrale il settore immobiliare.
Nel mese di aprile 2024, la Procura europea ha reso nota l’operazione “Resilient Crime”, sviluppatasi a seguito di una lunga attività investigativa che ha preso avvio proprio a Venezia, nel cuore della regione Veneto, per poi estendersi anche a livello internazionale coinvolgendo autorità estere. Al centro dell’inchiesta vi è un’organizzazione criminale strutturata che, mediante l’utilizzo di società cartiere e fittizie, aveva indebitamente ottenuto fondi pubblici destinati a progetti di digitalizzazione, innovazione e sviluppo finanziati dal PNRR. 1
Il sistema fraudolento si articolava attraverso la creazione di imprese prive di reale operatività economica, intestate a prestanome o domiciliate all’estero, in particolare in Austria, Romania e Slovacchia. Tali entità producevano documentazione contabile e progettuale falsificata, anche con l’ausilio di software basati su intelligenza artificiale, al fine di dimostrare falsamente la sussistenza dei requisiti necessari per accedere ai finanziamenti. Una volta ottenuti i fondi, le somme venivano trasferite e occultate attraverso operazioni di riciclaggio complesse. 2
La Procura europea ha svolto in questo caso un ruolo centrale nella conduzione e nel coordinamento dell’indagine. Ha la competenza esclusiva per indagare e perseguire i reati che ledono gli interessi finanziari dell’UE, tra cui le frodi, la corruzione e il riciclaggio di fondi europei. Nel caso veneziano, l’EPPO ha saputo garantire una cooperazione giudiziaria efficace tra le autorità di diversi Stati membri, coordinando simultaneamente perquisizioni e sequestri in Italia, Austria, Romania e Slovacchia. Il suo intervento ha permesso di superare le tradizionali barriere giurisdizionali e di seguire i flussi finanziari illeciti lungo una filiera transnazionale, intercettando beni mobili, immobili e strumenti finanziari per un valore superiore ai 600 milioni di euro.3
Il caso di Venezia assume un’importanza strategica non solo per l’ingente ammontare dei fondi illecitamente sottratti, ma anche per le modalità con cui è stato perpetrato il reato: sofisticate, digitalizzate e altamente organizzate. Il coinvolgimento del settore immobiliare dimostra ancora una volta come la criminalità economica riesca a infiltrarsi in comparti legalmente regolati per finalità di occultamento e riciclaggio.
Il settore immobiliare ha svolto un ruolo cruciale nella fase di reimpiego dei proventi illeciti, configurando un classico schema di riciclaggio. I capitali fraudolentemente ottenuti sono stati in parte investiti in beni immobili di pregio, prevalentemente in aree turistiche o di elevato valore commerciale, tra cui ville di lusso e appartamenti intestati a società di comodo. L’intestazione a soggetti interposti e l’uso di trust o veicoli societari offshore ha permesso agli indagati di dissimulare la provenienza illecita del denaro.
Il settore immobiliare, per le sue caratteristiche intrinseche (elevata capacità di assorbimento di capitali, difficoltà nella tracciabilità effettiva dei flussi finanziari, possibilità di rivalutazione patrimoniale nel tempo), si conferma dunque uno degli strumenti privilegiati per il riciclaggio di capitali derivanti da reati economico-finanziari.
EPPO rappresenta uno strumento essenziale per la difesa degli interessi economici dell’Unione e dei suoi cittadini. La sua azione contribuisce non solo a contrastare le frodi, ma anche a ristabilire un principio fondamentale dello Stato di diritto: la legalità come presupposto per l’equità nell’accesso e nell’uso delle risorse pubbliche.
Il caso di frode PNRR a Venezia costituisce un precedente significativo nella lotta contro l’appropriazione indebita di fondi europei. Esso dimostra come il riciclaggio attraverso il settore immobiliare continui a rappresentare una minaccia concreta per l’economia legale e come solo un’azione coordinata e transnazionale – come quella garantita dalla Procura europea – possa fronteggiare efficacemente queste dinamiche criminali.
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2 https://www.ilrestodelcarlino.it/venezia/cronaca/maxi-frode-fondi-pnrr-lj7l60i9