Author: Carmela Santoro
Committee: Create Committee
Date: 04/05/2025

Il 25 marzo ha avuto luogo l’ultimo incontro di STEPPO ROLE PLAY 2025. STEPPO ROLE PLAY 2025 è un’attività di simulazione processuale che si è svolta in tre incontri: due preparatori online e l’ultimo, conclusivo, di stampo dibattimentale, in presenza.

In quest’ultima fase del progetto, le squadre si sono alternate nella presentazione del caso, immerse in un processo che, seppur fittizio e con le opportune deroghe, rispecchiava la complessità della realtà giuridica cui il gioco si ispirava.

Il 10 aprile, invece, si è tenuta la conferenza finale del corso EPPO: A Step Forward in Integration, e in tale occasione è stata ribadita l’importanza di iniziative come questa.

Queste attività di simulazione si basano sul metodo del learning by doing, ritenuto significativamente più efficace rispetto alle lezioni tradizionali; ed è proprio questo approccio che accomuna STEPPO ROLE PLAY 2025 al gioco di realtà virtuale realizzato congiuntamente dal Centro di Eccellenza (con la partecipazione di alcuni studenti del Dipartimento di Giurisprudenza) e dal Laboratorio di Intelligenza Artificiale dell’Università Bicocca (il c.d. Mibtec).

Role play e VR game sono entrambe attività che, seppur diverse, condividono l’obiettivo di concretizzare l’apprendimento.

Durante la Closing Conference, svoltasi il 10 aprile, sono stati estratti tra gli studenti partecipanti al progetto role play i nomi di coloro che avrebbero avuto l’occasione di proseguire e partecipare al progetto di formazione immersiva costituito dal VR Game 1, un videogioco di realtà virtuale che simula un’indagine dell’EPPO e che si rivolge principalmente a studenti universitari e liceali.

Si tratta di una visione educativa lungimirante, che integra la conoscenza teorica con l’esperienza pratica e l’innovazione tecnologica. Una forma di apprendimento attivo. Un passo alla volta in avanti, verso il futuro.

È questo il modello che il Centro di Eccellenza sull’EPPO intende promuovere: un’educazione giuridica concreta, coinvolgente e in profondità, realmente formativa non solo nella forma ma anche nella sostanza.

A seguito dell’estrazione del 10 aprile, gli studenti selezionati hanno partecipato al VR Game 1 nell’aula Bilab, allestita per l’occasione per la simulazione con visore. Durante la simulazione, i partecipanti si sono ritrovati immersi in un caso di competenza della Procura europea: in particolare, indagini preliminari su una frode carosello. Gli studenti hanno interpretato i principali attori del processo—difensore, procuratore europeo delegato, guardia di finanza e indagato—vivendo così le indagini dal punto di vista del ruolo assegnato all’interno del videogioco.

L’obiettivo del VR Game è lo stesso del role play, ossia rendere più reale ciò che è stato studiato, avvicinando la teoria alla pratica quotidiana, attraverso due attività che, benché separate e indipendenti, accomunate dagli intenti.

Per approfondire questa distinzione e valutare se attività di questo tipo possano davvero essere più efficaci di una lezione tradizionale, abbiamo sottoposto i partecipanti di entrambe le attività a questionari, somministrati rispettivamente al termine del role play e del VR Game. Dai risultati incrociati è emerso che, nonostante la quasi totalità degli studenti si sia dimostrata non solo neutrale ma estremamente interessata ad attività esperienziali da affiancare alla tradizionale teoria, le lezioni convenzionali rimangono comunque un passaggio imprescindibile.

Scendiamo ora nel dettaglio dei risultati, dapprima relativi al role play e poi al VR Game.

 

ANALISI DEI DATI DEL ROLE PLAY

Al role play hanno preso parte:

 

“Prima di questa esperienza, avevi mai partecipato a una simulazione processuale o un’attività basata su esperienze pratiche?”

 

 

Attività di tipo esperienziale si è dimostrato qualcosa a cui non siamo soliti ricorrere.

La quasi totalità delle persone a cui è stato somministrato il form non aveva mai giocato ad una simulazione né svolto nessun’altra tipologia di attività basata su esperienze pratiche.

 

Solo meno del 10% degli intervistati ha risposto di non aver tratto un un vantaggio dall’uso della simulazione.

Più del 90% è riuscito a capire molto meglio gli argomenti trattati durante la simulazione- molto più di quanto non avrebbero appreso in aula durante una spiegazione tradizionale.

“Ritieni che l’esperienza del Role Play abbia reso più chiari concetti che in aula avresti faticato a comprendere?”

“Rispetto ad una lezione frontale tradizionale, quanto ritieni che il learning by doing della simulazione abbia facilitato la tua comprensione dei temi giuridici e processuali? (Scala da 1 a 5)”

Più del 95% dei partecipanti ha tratto beneficio dalla simulazione che ha evidentemente semplificato temi altresì considerati ostici.

È forse la difficoltà del tema trattato a non fare ottenere un grafico senza blu? Ci si potrebbe interrogare su questa possibile evenienza.

D’altronde, potrebbe essere che un argomento si fatichi a capirlo a priori, a prescindere dalla sua esemplificazione e semplificazione. Ed infatti:

“ Ritieni che la simulazione ti abbia permesso di comprendere meglio cosa sia la Procura Europea e come opera? (Scala da 1 a 5)”

A questa domanda nessuno ha risposto negativamente.Chi più e chi meno, tutti hanno trovato il role play utile al fine di capire meglio cosa è e come opera la Procura Europea.

“In futuro preferiresti che la tua formazione includesse più attività esperenziali come il Role Play o che rimanesse prevalentemente teorica?”

All’unanimità, tutti preferirebbero un approccio che non fosse solo teorico.

Il role play ha dimostrato la preferenza di attività esperienziali che concretizzino lo studio rispetto alla mera teoria.

ANALISI DEI DATI DEL VR GAME

”A che categoria appartieni?”

“Grazie a queste esperienze, hai imparato qualcosa di nuovo in modo più efficace rispetto a una lezione tradizionale?”

 

L’approfondimento tramite realtà virtuale sembra aver giocato un fattore incisivo negli studenti che hanno avuto la possibilità di sperimentarlo.

Se nel role play i risultati erano (seppur in maniera irrisoria) leggermente più dubbi, con il fattore tecnologico questi dubbi sembrano venire meno del tutto.

Utilizzare la realtà virtuale risulta un’esperienza ancora più formativa in quanto permette di immergersi ancora di più nel caso in esame, ancora di più rispetto il role play e alla mera teoria.

”Dopo questa esperienza, il sistema giustizia ti sembra…”

Il sistema giustizia pur rimanendo qualcosa che si sente ancora un po’ distante, sembra essere semplificato e reso più affascinante tramite l’utilizzo di simulazioni, tecnologia e realtà virtuale.

L’innovazione tecnologica unita al metodo del learning by doing sembra porci sulla giusta strada per arrivare all’obiettivo di avvicinare istituti giuridici che si sentono lontani dalla vita quotidiana.

Sembra che tramite le attività esperienziali siamo un passo più vicini verso l’obiettivo di integrazione concreta che la Procura Europea rappresenta e si auspica.

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