Author: Nadia Mangiardi Fontana
Committee: National Institutions Committee
Date: 13/03/2025
Le criptovalute sono ormai un argomento di grande interesse non solo per gli investitori e gli appassionati di tecnologia, ma anche per le organizzazioni criminali, incluse le mafie. Tra i vari ambiti in cui queste nuove tecnologie vengono sfruttate illegalmente, spicca l’uso delle criptovalute per compiere frodi sull’IVA, un fenomeno che si basa sulle caratteristiche intrinseche di queste valute digitali, come l’anonimato e la difficoltà di tracciamento.
Indice
1.1 Frodi carosello e criptovalute
1.2 Mixer e piattaforme decentralizzate
1.3 Transazioni fittizie per simulare attività economiche
1.4 Riciclaggio dei profitti
1.5 Attacchi informatici e frodi fiscali
1.6 Il ruolo della Procura Europea nella lotta alle frodi fiscali con criptovalute
1.1 Frodi carosello e criptovalute
Uno degli schemi più comuni utilizzati per frodare l’IVA è la cosiddetta frode carosello. Questo meccanismo coinvolge più società, spesso situate in diversi paesi, che simulano transazioni commerciali per evadere l’IVA. L’integrazione delle criptovalute in questo schema rende il tutto ancora più complesso da individuare. In pratica, una società raccoglie l’IVA dai clienti, ma invece di versarla all’erario, la converte in criptovalute come Bitcoin o Monero. Questi fondi vengono poi trasferiti a portafogli anonimi o riciclati attraverso piattaforme che rendono difficile risalire all’origine del denaro e realizzando in tal modo la più classica delle operazioni di riciclaggio mediante la ripulitura del denaro sporco (c.d. cyberlaundering).
1.2 Mixer e piattaforme decentralizzate
Uno degli strumenti più utilizzati per occultare i proventi delle frodi è rappresentato dai mixer o tumbler. Questi servizi frammentano e mescolano le criptovalute in modo da offuscare completamente la loro provenienza. Una volta completato il processo di mixing, le criptovalute risultano apparentemente “pulite” e possono essere convertite in valute tradizionali tramite exchange non regolamentati, eludendo i controlli delle autorità.
1.3 Transazioni fittizie per simulare attività economiche
Le criptovalute sono anche utilizzate per registrare transazioni inesistenti tra società, creando un’apparenza di attività economica. Questo permette alle organizzazioni criminali di emettere fatture false, dichiarare costi fittizi e giustificare indebite detrazioni IVA. Le società coinvolte possono così spostare denaro tra loro senza lasciare tracce evidenti, grazie alla mancanza di regolamentazioni rigide nei sistemi decentralizzati.
1.4 Riciclaggio dei profitti
Un altro aspetto cruciale è il riciclaggio dei proventi illeciti. Le criptovalute consentono di trasferire fondi attraverso i confini nazionali senza passare dai tradizionali canali bancari. Le organizzazioni criminali spesso utilizzano exchange non regolamentati, dove non è richiesta l’identificazione degli utenti, per scambiare criptovalute in denaro tradizionale. Inoltre, nuovi strumenti come gli NFT (Non-Fungible Token) vengono sfruttati per “ripulire” i fondi: acquistano asset digitali con criptovalute sporche e li rivendono, trasformando il denaro in apparenza legale.
Per garantire un elevato livello di anonimato, diventando strumenti ideali per le organizzazioni criminali. Un esempio è Monero, che rende le transazioni non tracciabili e nasconde sia l’identità di chi invia sia quella di chi riceve. Allo stesso modo, Zcash offre una modalità di privacy avanzata tramite le “shielded transactions”, che criptano completamente i dati delle transazioni. Queste caratteristiche rendono estremamente difficile, se non impossibile, per le autorità seguire i flussi di denaro e individuare i responsabili delle attività illecite.
1.5 Attacchi informatici e frodi fiscali
Le criptovalute possono essere sfruttate anche in modo più diretto per attaccare i sistemi fiscali. Attraverso cyberattacchi mirati, le organizzazioni criminali possono rubare dati fiscali, creare crediti IVA falsi o manipolare i sistemi di calcolo. In alcuni casi, i responsabili bloccano i sistemi delle autorità fiscali con attacchi ransomware, richiedendo riscatti in criptovalute per sbloccare i dati. Questo metodo non solo genera guadagni illeciti, ma compromette anche l’efficienza delle autorità preposte alla riscossione delle imposte.
Il crescente utilizzo delle criptovalute nelle frodi fiscali sta spingendo governi e autorità a mettere in campo misure sempre più sofisticate. Ecco alcune delle strategie principali adottate per arginare il fenomeno:
Regolamentazione degli exchange: Imporre regole rigorose agli exchange di criptovalute, obbligandoli a identificare i propri utenti tramite procedure KYC (Know Your Customer) e a registrarsi presso gli enti di regolamentazione.
Analisi avanzata della blockchain: Le autorità stanno adottando strumenti di analisi per monitorare le transazioni sulla blockchain. Nonostante l’anonimato, molte criptovalute mantengono un registro pubblico delle transazioni, che può essere analizzato per identificare schemi sospetti.
Cooperazione internazionale: Poiché le frodi fiscali spesso coinvolgono più paesi, è fondamentale la collaborazione tra le autorità fiscali e investigative di diverse nazioni per condividere informazioni e strategie di intervento.
Educazione e sensibilizzazione: Migliorare la comprensione pubblica delle criptovalute e dei loro rischi è cruciale per aiutare le imprese e i cittadini a evitare di essere involontariamente coinvolti in operazioni illecite.
1.6 Il ruolo della Procura Europea nella lotta alle frodi fiscali con criptovalute
La Procura Europea (EPPO), istituita nel 2021, svolge un ruolo cruciale nel contrastare le frodi fiscali, inclusi gli illeciti legati alle criptovalute. L’EPPO si occupa di indagare e perseguire reati che ledono gli interessi finanziari dell’Unione Europea, come le frodi IVA transfrontaliere superiori a 10 milioni di euro. Per affrontare le sfide poste dall’utilizzo delle criptovalute, la Procura Europea sta adottando strumenti tecnologici avanzati, come software di blockchain analytics, che permettono di monitorare e tracciare i flussi di criptovalute nonostante il loro apparente anonimato. Inoltre, l’EPPO collabora strettamente con le autorità nazionali e internazionali, promuovendo lo scambio di informazioni e dati in tempo reale per individuare reti criminali transnazionali. La procura lavora anche per rafforzare la regolamentazione degli exchange di criptovalute in tutta l’UE, cercando di imporre standard comuni per garantire la trasparenza delle transazioni e ridurre il rischio di riciclaggio. Attraverso queste misure, l’EPPO sta diventando un punto di riferimento nella lotta contro le frodi fiscali legate al mondo delle criptovalute, proteggendo così le risorse economiche dell’Unione e dei suoi cittadini.