Author: Sofia Mazza
Committee: Media Committee
Date: 22/03/2024

La Procura europea, dal 1 giugno 2021, è impegnata su diversi fronti, tra cui la criminalità organizzata, uno dei maggiori soggetti target di questa nuova istituzione. Il Dott. Danilo Ceccarelli, ex pubblico ministero presso diverse procure italiane, tra cui Savona, Imperia e Milano, vive a Lussemburgo da settembre 2020, da quando è stato nominato Procuratore delegato. Si occupa, ormai da tempo, della lotta al crimine organizzato, con un raggio d’azione transnazionale, innovativo e al contempo risolutivo. L’obiettivo è indagare e “sviscerare” il legame, ormai acclarato, tra i reati finanziari e le diverse bande mafiose, per lo più ubicate negli Stati aderenti.

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Il Dott. Ceccarelli, ospite presso l’Università di Milano-Bicocca ed intervistato dal giornalista e scrittore Roberto Saviano, apre il proprio intervento delineando il nuovo volto della criminalità organizzata, scrutabile soltanto da un osservatorio esterno, oltre i confini nazionali.

La nuova criminalità è concepita con criteri degni dell’imprenditoria più avanzata:  valuta costi di produzione e rischi di ogni sua scelta; è guidata da ragionamenti raffinati, come il c.d. forum shopping, in virtù del quale si decide di condurre un’attività illecita in uno Stato, piuttosto che un altro, sfruttando consapevolmente eventuali debolezze del sistema statale, soprattutto in termini di controlli.

La sua attività è quasi sempre raffinatamente celata: le stragi di sangue attirerebbero infatti un’attenzione indesiderata; è preferibile correre rischi per i c.d. reati dei colletti bianchi. La paternità della teoria di questa tipologia di crimini è da ricondurre a Edwin Sutherland, uno dei criminologi e sociologi più influenti del XX secolo. Nel libro “White Collars Crime” del 1949 il crimine dei colletti bianchi è quello «commesso da una persona rispettabile e di alto stato sociale, nel corso della propria occupazione». In particolare, rientrano nella categoria dei rei dirigenti, imprenditori, professionisti intellettuali, nonché i protagonisti della vita politica; soggetti, in definitiva, tutt’altro che emarginati.

L’espressione “colletti bianchi” fa riferimento all’abbigliamento che li contraddistingue: la camicia bianca, il cui candore lascia evincere quanto, per guadagnare, non debbano “sporcarsi le mani”, ma possano contare su conoscenze acquisite negli anni. Anche la criminalità organizzata non vuole più vedere mani intrise di sangue; preferisce dedicarsi a questa nuova tipologia di crimine in cui la vittima non viene identificata ma, restando invisibile, non desta allarme sociale; rientrano in questi reati per esempio le frodi IVA, nonché l’appropriazione indebita di fondi.

Alla luce di questo nuovo scenario, diventa fondamentale comprendere il ruolo della Procura europea: se i suddetti reati finanziari assurgono a dimensione transnazionale, è indispensabile anche una capacità operativa altrettanto transnazionale. Tra l’altro Eppo, la Procura europea, a differenza della frammentarietà che caratterizza le procure italiane, è dotata di un ufficio centrale e di circa 40 uffici periferici, assolutamente preziosi sul territorio; funge altresì da interlocutore unico per le forze di polizia giudiziaria, nonché per i soggetti indagati.

Come sottolinea con orgoglio il Dott. Ceccarelli: dei circa 60 miliardi di euro di perdita annuale all’erario per Frodi IVA, oltre 10 miliardi sono accertati nel report annuale di Eppo; inoltre, dall’ascolto di recenti intercettazioni tra esponenti della criminalità organizzata, si evince che per la prima volta si parla della Procura europea, a 30 mesi dall’inizio dei lavori. La sua indagine unitaria, strategica e caratterizzata da un’innovativa visione d’insieme, è efficace e pertanto temuta.

Roberto Saviano menziona allora un “orgoglio italiano”: nel settembre 2023 è stata inaugurata, ad Ostia, la Eppo Academy; la Guardia di Finanza italiana formerà le autorità investigative della Procura europea. Il Procuratore sottolinea quanto la Guardia di Finanza, assente in altri Stati membri, dove sono presenti soltanto forze di polizia con una discreta capacità di detection, sia un partner privilegiato: è dotata di una straordinaria capacità nell’identificare questa tipologia di fenomeni criminosi, nonché le caratteristiche, la struttura e i soggetti coinvolti. L’Italia si pone così come modello virtuoso di rilevazione proattiva del fenomeno criminoso, un modello di forza trainante.

Del resto, come evidenzia il Dott. Ceccarelli, l’attività operativa caratterizza il nostro Paese: siamo disposti a “mettere le mani” in ciò che davvero conta. A tale proposito, deve essere citato il ruolo, tendenzialmente di sostegno a seconda della compagine politica, dell’Italia verso la Procura europea, la cui istituzione affonda le proprie radici nei primi anni duemila. Dal 1 giugno 2021, data di inizio dei lavori, la nostra Nazione ha ricoperto una posizione di leadership, come si evince dai report annuali: l’Italia ha i numeri più elevati in termini di indagini, procedimenti contro la criminalità organizzata, confische e sequestri, nonché per frodi ai fondi del PNRR.

A proposito del PNRR, Roberto Saviano sottolinea quanto l’Italia sia considerata di primaria importanza per l’attenzione alla protezione dei fondi comunitari. Il Procuratore Ceccarelli enfatizza quanto il nostro Paese sia contestualmente considerato primo per le frodi ai suddetti fondi, aspetto tutt’altro che contraddittorio rispetto all’affermazione del giornalista: si tratta infatti di due facce della stessa medaglia, laddove vi sono cospicue indagini, lì vi è particolare attenzione ad eventuali frodi. Occorre altresì porre in rilievo il fatto che questo primato deriva dalla ricezione, sino ad ora, da parte dell’Italia, di circa 100 miliardi sui 200 richiesti, di cui per la maggior parte prestiti a cui se ne aggiungono altri a fondo perduto. Basti pensare che la Germania ha ricevuto solo 1 miliardo e mezzo, mentre l’Olanda non ha chiesto alcunché, non volendo indebitarsi con l’Unione europea. Da questi dati si comprende come il primato sia dovuto ad una questione di numeri: l’Italia, per il quantitativo di denaro richiesto, ha 179 procedimenti in corso per frodi al PNRR, mentre tutti gli altri Stati membri, complessivamente, ne hanno circa 40. Anche da questo punto di vista, siamo assoluti leader (ride). D’aiuto è il lavoro della Guardia di Finanza: sin dalla prima allocazione dei fondi, le Fiamme Gialle conducono sistematicamente uno screening proattivo di tutti i soggetti beneficiari, delineando un’accurata analisi di sistema, grazie alla quale vengono identificate persone fisiche e giuridiche con indicatori di anomalia talmente numerosi e chiari da far scorgere una frode.

Ritornando sul tema della criminalità organizzata, Roberto Saviano chiede come si coordini la Procura europea con le autorità anti-mafia italiane e non. Muovendo da uno sguardo in ottica comparata, il Dott. Ceccarelli esordisce sottolineando quanto in stati come la Svezia, l’Olanda o la Spagna aleggi una forte pressione sulle autorità di polizia e su Eppo, nel combattere la criminalità organizzata, soprattutto per quanto concerne il narcotraffico, responsabile di allarmi sociali senza precedenti. Per quanto concerne l’Italia, nel maggio 2021 è stato firmato il primo accordo con la Direzione nazionale anti-mafia: ai magistrati italiani era sin da subito chiaro che non si potesse operare con queste organizzazioni, diffuse in modo capillare, “per compartimenti stagni”; in termini tecnici, rispettando i criteri di competenza fissati dal Regolamento.

La conseguenza sarebbe stata l’inevitabile frammentazione del fascicolo: il coordinamento investigativo è infatti un valore assoluto che non è possibile trascurare. Tra Direzione nazionale anti-mafia e Procura europea si è concretizzata, sin dalle prime battute, una mutua comprensione e collaborazione, non esistendo tra le due alcun rapporto di subordinazione. Il Procuratore sottolinea quanto l’aspetto umano, alle volte sottovalutato, sia cruciale per la buona riuscita di questo tipo di cooperazioni: “è tutta una questione organizzativa tra persone di buona volontà, consapevoli dei compiti reciproci, nonché del valore aggiunto, insito nella collaborazione e condivisione di forze e risorse”. Si sta certamente formando una classe di procuratori molto nuova, sensibile all’importanza del team work, con una visione di criminalità molto più ampia rispetto a quella classica.

La Procura europea ha fornito i cittadini-contribuenti di uno strumento culturale unico nel suo genere: ognuno ha infatti la facoltà di contribuire alla creazione di uno spazio di sicurezza europeo tramite il meccanismo di denuncia privata direttamente dal sito web ufficiale e disponibile in 22 lingue diverse. E’ particolarmente efficace nei Paesi dell’Est, caratterizzati da una lunga tradizione di denuncia privata, direttamente all’ufficio di procura.

Eppo diviene così locus amoenus per un’analisi comparata circa l’approccio dei cittadini alle autorità giudiziarie o di polizia, percepite in modo diverso da Paese in Paese: in alcuni contesti la magistratura inquirente gode infatti di un tasso di credibilità molto elevato al contrario di quanto accade in Italia.

Infine, non poteva mancare una riflessione sul rapporto tra Eppo e i media tradizionali nazionali, oggetto di studio da parte di Roberto Saviano, a capo del Media Committee. Il Dott. Ceccarelli spiega che la Procura europea è dotata di un ufficio stampa, che riunisce professionisti della comunicazione, il cui operato è vincolato da linee guida interne. Ciò implica la creazione di una comunicazione veicolata volta a limitare un flusso libero di informazioni verso l’esterno, come avviene in molte procure italiane; una modalità di lavoro, in definitiva, che toglie spazio ad un certo tipo di giornalismo.

Si conclude così un dialogo denso di contenuti e suggestioni, un confronto che ha messo in relazione, come non mai, l’operato della Procura europea e le organizzazioni criminali: quando si assiste ad un “incontro tra titani”, gli esiti sono di una forza inimmaginabile.

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