Author: Mariagiusi Calabrò, Chiara Lo Rizzo
Committee: Judicial Bodies Committee
Date: 01/07/2025

Dal 2021, con l’inizio delle attività operative della Procura Europea, abbiamo potuto assistere ad uno stravolgimento nell’ambito della protezione alle risorse finanziarie non solo europee, ma anche nazionali. Ad oggi, infatti, è possibile dire che i fondi europei e nazionali godono di una protezione notevolmente più rafforzata, diventando anche possibile agire in via preventiva contro potenziali frodi ai danni dell’UE. Tuttavia, in questo intricato meccanismo normativo ed istituzionale di salvaguardia, si inserisce un attore il cui ruolo ha iniziato ad emergere sempre di più, ovvero la Corte dei Conti. Il 2024 è stato un anno ricco di sorprese per la Corte, che ha ottenuto molteplici riconoscimenti, sia a livello internazionale che nazionale, proprio grazie allo stringente ruolo che essa gioca nel monitoraggio dell’uso dei fondi pubblici. Essa ha quindi visto finalmente consolidare la propria posizione quale essenziale garante della legalità contabile e finanziaria.

La cooperazione con COLAF, OLAF e l’EPPO

Un’importante novità introdotta è stata raggiunta tramite l’art. 3 del D.l. 2 marzo 2024, convertito in legge 29 aprile 2024 n.56, che ha portato al rafforzamento delle funzioni della Corte all’interno del Comitato per la Lotta contro le frodi all’UE (COLAF), passando da quale semplice ”osservatore” a ”membro designato”. Tale cambiamento non passa certamente inosservato, in quanto ha posto la Corte dei Conti in una posizione centrale nelle attività di monitoraggio, coordinamento ed implementazione normativa, sottolineandone il costante contributo nella prevenzione delle irregolarità finanziarie.

Ciò che permette alla Corte di agire efficacemente e tempestivamente è la cooperazione con l’Ufficio Europeo per la Lotta Antifrode (OLAF), particolarmente attraverso la gestione della banca dati IMS (Irregularities Management System). Le procure, infatti, grazie al diretto accesso a tale sistema sono in grado di individuare e segnalare eventuali anomalie agli uffici territoriali competenti, agendo quindi in via immediata.

 

Tuttavia, il vero fulcro dell’attività di prevenzione risiede nella stretta collaborazione che la Corte ha avviato con la Procura Europea, garantita dall’accordo siglato il 13 settembre 2021, e basato su un continuo scambio reciproco di informazioni. La procura Europea e gli uffici sia penali che contabili sono dunque tenuti a segnalare reciprocamente qualsiasi notizia di reato rilevante, mettendo in atto di fatto una tempestiva azione congiunta per il recupero dei fondi.

Per la Corte dei Conti il 2024 è stato, quindi, un anno ricco di sorprese, tra le quali spicca certamente il riconoscimento ottenuta a livello internazionale nell’ ambito dell’assemblea del JURISAI (Forum of Jurisdictional SAIs)[1] in occasione della quale, ad ottobre del 2024,  è stata eletta al vertice del Public Prosecutor Offices Committee.  Tale traguardo ha rappresentato un notevole riconoscimento del ruolo che la Corte gioca nella cooperazione internazionale.

 

Frodi in Italia: uno sguardo da vicino alle frodi nazionali

A livello nazionale, invece, il 2024 ha visto avviarsi più di 270 giudizi per il recupero dei fondi indebitamente percepiti, per un valore totale ammontante gli oltre 277 milioni di euro. In totale, le condanne emesse solo nel 2024 hanno superato i 41 milioni di euro, vedendo coinvolti maggiormente i fondi UE FEOGA, FEAGA, FEASR, FEP, FESR e FSE. Un settore infatti particolarmente esposto a tali frodi è certamente quello agricolo, dove i casi di frode si fanno sempre più frequenti. Dichiarazioni false, accesso indebito a contributi della PAC su terreni non di proprietà, e mancata realizzazione di attività falsamente documentate come completate, sono solo alcuni dei metodi fraudolenti maggiormente usati in tale settore. Nonostante ciò, grazie al coordinamento tra le attività contabili e giudiziarie, e con il costante supporto della procura europea, il contrasto a questi fenomeni è cresciuto notevolmente. Di notevole rilievo sono state le ultime sentenze emesse a inizio anno dalla corte dei conti, rispettivamente per la Sezione sardegna e calabria. La sezione per la sardegna, ha infatti visto la condanna di un impresa individuale al pagamento di 28.991,71€ per via della percezione indebita di contributi legali al FEASR, attuata tramite la fatturazione simulata per giustificare spese mai sostenute. Sempre rimanendo in tema FEARS, anche la regione Calabria è stata coinvolta, dove un geometra è stato condannato al risarcimento di 164.261,12 € ed il revocamento di 205.326,40€, per via del mancato rispetto delle tempistiche progettuale e l’uso di documentazione falsa.

 

A queste decisioni si sono aggiunte, nei primi mesi del 2025, due pronunce particolarmente significative che hanno ulteriormente consolidato il ruolo della Corte nel contrasto alle frodi sui fondi UE.

La sentenza n. 57/2025 della Sezione Veneto ha affrontato un caso di frode nella percezione di voucher regionali per l’innovazione aziendale, usati invece per spese ordinarie e non per investimenti innovativi come previsto. La Corte ha posto l’accento sulla violazione del vincolo di destinazione dei fondi pubblici e sulla consapevole partecipazione sia delle aziende beneficiarie sia dei fornitori. Di rilievo il richiamo alla giurisprudenza della Corte di Cassazione sul “rapporto di servizio”, che consente di configurare la responsabilità contabile anche in capo a soggetti privati che agiscono, seppur formalmente esterni, nell’interesse funzionale della pubblica amministrazione. Inoltre, la decisione chiarisce che l’illecito contabile non richiede la prova di un pactum sceleris tra i soggetti coinvolti, essendo sufficiente la consapevolezza della condotta e l’indebita percezione del contributo. Il Collegio ha anche precisato che le eventuali valutazioni dell’ente amministrativo erogatore (nella specie AVEPA) non sono vincolanti, restando ferma la piena autonomia valutativa del Pubblico Ministero contabile.

La sentenza n. 31/2025 della Sezione Toscana ha invece riguardato la responsabilità di un imprenditore individuale per indebita percezione di finanziamenti legati al microcredito per la creazione d’impresa, nell’ambito del POR FESR 2014/2020. Il beneficiario non aveva rispettato gli obblighi di rendicontazione e di regolarità contributiva, cercando di opporsi all’azione della Corte facendo leva su un precedente accordo di rateizzazione con l’Agenzia delle Entrate Riscossione. Tuttavia, il giudice ha ribadito la piena autonomia dell’azione risarcitoria contabile, che può essere esercitata anche quando l’amministrazione abbia già intrapreso autonomi percorsi di recupero. L’accordo di rateizzazione, quindi, non osta all’accertamento del danno e alla conseguente condanna.

Conclusioni

Queste sentenze sono solo la punta dell’iceberg. Un iceberg che, grazie ai recenti sviluppi normativi ed il crescente ruolo della corte dei conti, sta venendo sempre più a galla. L’ultimo anno ha evidenziato un rafforzamento significativo del ruolo della Corte dei conti nella protezione degli interessi finanziari dell’UE. L’integrazione nel COLAF, la cooperazione con OLAF e EPPO, la gestione della banca dati IMS e il consolidamento della sua presenza internazionale dimostrano come la Corte sia diventata un attore chiave nel contrasto alle frodi e nella promozione della sana gestione finanziaria. Le numerose azioni giudiziarie intraprese confermano la crescente efficacia dell’attività della Corte nel recupero di fondi illecitamente percepiti e nella tutela della legalità nell’uso delle risorse europee. In un contesto sempre più interconnesso e sfidante, la Corte dei conti continuerà a svolgere un ruolo strategico nella lotta alle frodi e nella garanzia della trasparenza e dell’efficienza dell’uso dei fondi pubblici.

BIBLIOGRAFIA

 

Relazione della Procura Generale – Cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2025 (Roma), 14 Febbraio 2025

 

[1]  https://www.corteconti.it/HOME/StampaMedia/Notizie/DettaglioNotizia?Id=a597c190-0ce0-4dbe-97d7-27f3e76b98c9

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