Authors: Marta Fumagalli, Guido Galli, Edoardo Hilmanov Maxim, Mattia Straini, Mina Veronese
Committee: Art & Cultural Heritage Crimes Committee, High school Committee
Date: 27/06/2025
Un museo sotto silenzio
Nel cuore della città di Petrič (Bulgaria) il Museo della Storia giace chiuso da mesi. I suoi portoni in legno, un tempo scolpiti con cura e orgoglio, ora scricchiolano sotto la polvere e l’abbandono. Nessuna mostra, nessuna visita scolastica, solo un cartello sbiadito: “Chiuso per lavori di ristrutturazione”. Ma quei lavori, secondo gli inquirenti, non sono mai cominciati [1].
Il silenzio che avvolge il museo è diventato un caso europeo. Dallo scorso autunno, infatti, il nome di Petrič è finito nei dossier di EPPO – la Procura europea guidata da Laura Kövesi – in seguito a un’inchiesta che ipotizza una rete di frodi ai danni del bilancio comunitario. Al centro dello scandalo il sindaco di Petrič, Dimitar Brachkov, accusato di aver orchestrato un sistema di appropriazione indebita di fondi europei destinati proprio alla tutela del patrimonio culturale locale. Oggi, però, il suo ufficio è sotto inchiesta. Attraverso il suo legale, Brachkov respinge ogni accusa: “Le procedure sono state regolari. Si tratta di un attacco politico orchestrato a pochi mesi dalle elezioni.” Anche il Comune, in una nota ufficiale, ha parlato di “strumentalizzazione mediatica” e ha dichiarato piena collaborazione con le autorità [2].
Ma le carte di EPPO raccontano un’altra storia.
L’accusa – Soldi europei, destinazione ignota
Secondo un rapporto interno di EPPO consultato da questa testata tra il 2021 e il 2023 il Comune di Petrič avrebbe ricevuto circa 650 mila euro nell’ambito del programma europeo “Europa Creativa” e del Fondo per la Coesione Culturale Regionale: fondi finalizzati alla digitalizzazione dell’archivio museale, alla creazione di una piattaforma educativa e a una serie di restauri conservativi [3].
Tuttavia le tracce di quei progetti, come conferma anche un’indagine parallela dell’OLAF, l’Ufficio europeo antifrode, si perdono tra preventivi gonfiati, gare d’appalto irregolari e pagamenti verso società con sede in paradisi fiscali o riconducibili a familiari del primo cittadino. Inoltre il sindaco avrebbe demolito l’edificio che dovrebbe ospitare il museo per poi ricostruirlo, invece di ristrutturare lo stabilimento già presente, il che accresce il clima di sospetto riguardo alle pratiche messe in atto [4].
L’inchiesta è scattata nell’ottobre 2023 dopo un audit di routine della Commissione Europea, che ha segnalato discrepanze tra i report finanziari del Comune e i dati reali raccolti in loco. La successiva perquisizione della sede municipale da parte delle autorità bulgare, sotto coordinamento EPPO, ha portato al sequestro di documenti, contratti e fatture sospette.
La rete della frode – Documenti e connivenze
Dall’analisi dei documenti sequestrati emergono diversi elementi ricorrenti: contratti firmati sempre con le stesse due società, entrambe registrate a Sofia, senza un sito web né dipendenti dichiarati; Il sindaco avrebbe inoltre violato gli obblighi previsti dall’accordo di partenariato tra i comuni bulgaro e greco coinvolti nel progetto. [5]. Secondo le indagini, il sindaco avrebbe nascosto la demolizione dell’edificio originale prima dell’inizio dei lavori di ricostruzione, presentando il progetto come un restauro quando in realtà si trattava di una nuova costruzione. Gli inquirenti parlano apertamente di “imprese fantasma” e “frode sistematica” [6].
Il ruolo dell’EPPO – Chi vigila sull’Europa
Con sede a Lussemburgo, dal 2021 EPPO può coordinare inchieste transfrontaliere, come nel caso di Petrič, dove ha agito in sinergia con la Procura bulgara e con OLAF per sventare la presunta frode. In questo caso specifico, OLAF ha fornito documentazione cruciale sulle irregolarità contabili, analisi tecniche e testimonianze che hanno sostenuto l’apertura dell’inchiesta penale da parte di EPPO. Allo stesso tempo, EPPO ha potuto avvalersi della rete di procuratori delegati negli Stati membri, garantendo l’applicazione della legge a livello locale senza rinunciare alla dimensione europea dell’indagine.
Nel 2023, EPPO ha aperto oltre 107 indagini con un danno stimato di 400 miliardi di euro ai fondi europei. La Bulgaria, secondo il rapporto annuale, è tra i paesi più colpiti da irregolarità nella spesa culturale e infrastrutturale [7].
Conclusione – Un caso esemplare o un’altra storia dimenticata?
E così, il caso del museo di Petrič, che normalmente sarebbe rimasto occulto assieme a molti altre frodi internazionali, fortunatamente, grazie agli sforzi fatti dalla comunità europea nella fondazione di EPPO, è potuto essere individuato e potrà essere risolto, anche se il destino del caso è ancora incerto; infatti il sindaco Brachkov non è ancora stato sospeso, anche se le pressioni esercitate su di lui potrebbero cambiare la situazione, e il museo rimane chiuso. Le indagini probabilmente saranno lunghe e tortuose e non si può sapere se si potranno trovare delle prove inconfutabili ma, nonostante EPPO non sia certamente un’istituzione perfetta, la collaborazione tra i vari stati dell’Unione Europea e la presenza di EPPO contribuirà e contribuisce anche in questo momento a proteggere l’Europa dalle frodi fiscali internazionali.
Riferimenti:
6. https://link.springer.com/article/10.1007/s10797-023-09820-x?utm_source=chatgpt.com